28.05.2009 -
In Italia, negli ultimi 28 anni, le opere d`arte false
sequestrate dai Carabinieri sono state 252.932, di cui 2.380
soltanto nel 2008: il 36% in più rispetto all`anno precedente.
Sempre lo scorso anno, i prodotti contraffatti sequestrati dalla
Guardia di Finanza sono stati 57.633.721, da sommarsi ai 2.947.767
che violavano la garanzia made in Italy. E qualche giorno fa
all`aeroporto di Fiumicino sono state sequestrate ioo mila
compresse del cosiddetto "Viagra dei poveri".
Insomma, il mercato della contraffazione cresce sempre di più.
Anche perché le tecniche per proteggersi dai falsi, come l`uso di
ologrammi, etichette speciali, inchiostri invisibili e altri
stratagemmi sono circa una trentina le soluzioni possibili -
vengono col tempo eluse o addirittura contraffatte. Ma un
acceleratore di elettroni, utilizzato dagli scienziati per
analizzare la materia, si candida a diventare uno degli strumenti
per creare codici anticontraffazione inimitabili e impossibili da
individuare.
Si trova nel complesso di ricerche Area Science Park, in
provincia di Trieste. L`acceleratore Elettra è una macchina in
grado di produrre una particolare radiazione elettromagnetica
chiamata luce di sincrotrone. Che viene emessa allorquando gli
elettroni, sparati all`interno del suo circuito di accumulazione
lungo 26o metri, a una velocità prossima a quella della luce,
vengono costretti da potenti magneti a subire brusche accelerazioni
e piccole ondulazioni durante il loro percorso.
Questa radiazione, prelevata da 23 punti chiamati linee di luce,
viene utilizzata per studiare, tra le altre cose, atomi, molecole,
nanostrutture, proteine e sistemi biologici.
«Grazie alle particolari caratteristiche della luce di
sincrotrone, siamo riusciti a trovare un metodo per scrivere un
codice nanometrico direttamente su opere d`arte, oggetti di
metallo, vetro, plastica e altri materiali come quelli utilizzati
per confezionare i prodotti; o etichette di qualche centinaio di
nanometri da applicare agli oggetti- spiega il fisico Luca
Gregoratti, inventore della tecnica di marcatura chiamata
"Invisibile" del Laboratorio Elettra -. Oggi stiamo lavorando per
marcare i dipinti con nanoetichette di fibra da inserire nella
trama delle tele».
Questa tecnologia, in collaborazione con la soprintendenza per i
beni archeologici del Friuli-Venezia Giulia e la Direzione
regionale per i beni culturali e paesaggistici della stessa
regione, è stata testata su monete in bronzo e oro di epoca romana,
e impiegata con successo in diverse mostre.
In «Teodolinda regina di due popoli», che si è tenuta a Torino
nel 2008, è stata inserita all`interno di un monile una fibra con
il codice al sincrotrone di qualche centinaio di manometri. «Una
caratteristica inimitabile di questo codice è il colore -
sottolinea il fisico Marco Peloi, responsabile del progetto -. È
ottenibile soltanto con luce di sincrotrone, e può essere visto a
occhio nudo solo se illuminato con luce ultravioletta.
Adesso stiamo lavorando a un sistema industriale con cui
spendere questa tecnologia sul mercato». Viste le dimensioni dei
codici, non sarà facile trovarli e rimuoverli. Ma, soprattutto,
sarà difficile imitarli per autenticare dei falsi. A meno che
qualcuno non sia in grado di costruirsi un acceleratore di
elettroni da casa. Allo studio. Il laboratorio Elettra di Trieste
ha messo a punto un metodo per scrivere un codice nanometrico
direttamente sulle opere d`arte.