01.12.2011 -
"Il coordinamento degli Enti di ricerca del Friuli Venezia
Giulia deve essere occasione per favorire la sinergia e
l'ottimizzazione delle importanti risorse scientifiche, umane e
finanziarie presenti sul territorio". Lo ha detto il presidente di
AREA Science Park, ministro Corrado Clini, intervenendo alla decima
conferenza annuale del CER questa mattina a Trieste.
"Tre sono gli assi sui quali muoversi - ha proseguito Clini -
: aumentare la mobilità internazionale nel settore della
conoscenza, accrescendo il ruolo di AREA e degli altri enti quali
interfaccia di istituzioni europee ed extraeuropee. In secondo
luogo, rafforzare in Friuli Venezia Giulia le competenze
distintive, puntare alla crescita di nuove competenze nei settori
della ricerca e dell'innovazione, sostenendo programmi di
intervento di successo come il progetto Innovation Network, al
quale mi aspetto la Regione possa dare ulteriore collaborazione.
Infine, dobbiamo essere più capaci di fare marketing su ciò che il
territorio è in grado di offrire in termini di eccellenze e
capacità di ricerca, in modo da intercettare la domanda
internazionale di supporto all'innovazione, forte in Paesi come
Cina, India o Brasile, guardando in particolare a settori quali
energia, biomedicina e nanotecnologie. In questo sforzo, un
ampliamento dell'attività del Wellcome Office FVG può aiutare a
organizzare l'offerta".
Riguardo al suo incarico di presidente del parco scientifico di
Trieste, Clini ha dichiarato: "Sono impegnato a continuare a
lavorare con AREA, preferibilmente ancora come presidente. Stiamo
valutando dal punto di vista formale quali sono le diverse
opzioni".
Passando ai contenuti della Conferenza, il contesto nel quale si
svolge è ben fotografato dalla recente indagine conoscitiva
"La Mobilità della Conoscenza": il sistema
scientifico e accademico del Friuli Venezia Giulia, in
controtendenza con il dato nazionale, risulta attrattivo per i
giovani talenti stranieri. Nel 2010 sono stati 3.453 gli studenti e
10.111 i ricercatori che hanno, per un periodo più o meno lungo,
lavorato o studiato in una delle istituzioni scientifiche del
territorio. I ricercatori stranieri che operano stabilmente presso
gli enti di ricerca e le università presenti in regione sono 4.123
(quasi la metà sul totale di 8.301, italiani compresi). Le
provenienze abbracciano tutto il mondo, con in testa Unione Europea
(900) e Africa (850) e una crescita significativa di arrivi dai
Paesi Asiatici e del centro e sud America.
Ed è proprio ai talenti del mondo della scienza che l'edizione
2011 dell'evento è stata dedicata; il Coordinamento degli Enti di
Ricerca regionali (CER) ha dedicato la conferenza annuale tenuta
oggi nel centro congressi di AREA Science Park. Tre testimonial al
centro dell'evento, a rappresentare i molti ricercatori giovani e
di grande competenza che orbitano intorno alla sistema scientifico
del Friuli Venezia Giulia: Riccardo Spizzo, Silvia Cavalli e
Caroline Lavoie sono tre dei numerosi talenti. Grazie a una borsa
TALENTS, programma a sostegno della mobilità internazionale,
il loro percorso professionale li ha portati sono approdati
in uno degli enti di ricerca del CER - Coordinamento Regionale
degli enti di Ricerca.
Riccardo Spizzo, dopo la
laurea presso l'Università di Udine e un Phd in oncologia e
farmacologia presso l'Ateneo di Ferrara, è partito alla volta degli
Stati Uniti, dove si è dedicato al non-coding RNA nelle cellule
tumorali presso l'Ohio State University e l'MDAnderson Cancer
Center, Houston (Texas).
Silvia Cavalli si è laureata in chimica a
Milano e ha conseguito un dottorato presso l'Università di Leiden
(Olanda). Ha continuato il suo percorso professionale al Dutch
Cancer Institute (NKI) di Amsterdam e all'Institute of Research in
Biomedicine (IRB) di Barcellona poi.
Caroline Lavoie è una
ricercatrice di origine canadese che attualmente
lavora all'OGS - Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica
Sperimentale di Trieste, dove si occupa di cambiamento del livello
globale acquatico e del clima terrestre. Ha maturato diverse
collaborazioni internazionali, svolgendo gran parte del proprio
percorso formativo all'estero presso centri di ricerca spagnoli e
con costanti collaborazioni con network di ricerca americani.