24.03.2014 -
Colesterolo e cancro, un'associazione non nuova. Svariate
evidenze negli ultimi anni, infatti, hanno messo in luce diversi
aspetti di un legame, tutto ancora da approfondire, tra le malattie
tumorali e questa molecola, non solo quando è presente in eccesso
nel sangue. Oltre a essere assunto attraverso la dieta, il
colesterolo, che non sempre è un
pericoloso nemico, è anche prodotto dalle nostre stesse
cellule. Queste ne hanno bisogno per costruire le
proprie membrane e sono capaci, all'occorrenza, di
mettere in atto una serie di reazioni chimiche che, attraverso
diverse tappe e prodotti intermedi, giungono infine a
sintetizzarlo.
Nel cancro questi processi vengono spesso
sovvertiti e dirottati a vantaggio del tumore. In
che modo, però, non era chiaro fino a oggi. A scoprirlo è stato un
team di scienziati coordinato da Giannino Del Sal,
professore ordinario di biologia applicata dell'Università
di Trieste e capo dell'unità di oncologia molecolare del
Laboratorio Nazionale CIB di Area Science
Park a Trieste.
Nel lavoro pubblicato oggi online dall'autorevole rivista
scientifica Nature Cell Biology i ricercatori italiani
mostrano per la prima volta come intorno alla via
metabolica che produce colesterolo si intreccino i
destini e le azioni di alcuni attori chiave della trasformazione
tumorale, della propensione dei tumori alla mammella a dare
metastasi e della resistenza alla chemioterapia: i fattori
YAP/TAZ.
Alcune sostanze prodotte nelle tappe intermedie di
questa via, infatti, servono non solo per sintetizzare
colesterolo ma vengono impiegate anche nei
processi volti a rendere sempre attivi e senza freni
YAP/TAZ. Spingere la cellula a produrre
colesterolo, quindi, significa anche spingerla ad
accendere questi potenti fattori. A spingere le cellule
tumorali della mammella in questa direzione è un altro ben noto
alleato dei tumori, la proteina p53 mutata, uno dei principali
acceleratori della trasformazione e progressione maligna.
«Scoprendo quest'associazione» afferma Del Sal, che ha
coordinato lo studio e che è anche direttore del Dipartimento di
Scienze della Vita dell'Università di Trieste «abbiamo chiuso un
cerchio - e aperto la strada a nuove ricerche - mettendo in
relazione, attraverso la via metabolica del colesterolo, due tra i
principali assi molecolari che determinano i comportamenti più
aggressivi di diverse forme tumorali».
I ricercatori sono arrivati a scoprire e collegare tutto questo
partendo da lontano. «Negli ultimi anni abbiamo capito che
YAP/TAZ rappresentano bersagli che sarebbe
cruciale colpire nei tumori - spiega uno degli autori del
lavoro, Stefano Piccolo, professore ordinario di biologia
molecolare dell'Università di Padova - arrivare a loro però non è
semplice». La strategie seguita dal team si può riassumere in
'trovare nuovi meccanismi d'azione di vecchi
farmaci'. Un approccio questo che offre un grande
vantaggio: «Se un vecchio farmaco può essere impiegato per nuovi
scopi, i tempi per l'utilizzo nei pazienti si accorciano
moltissimo. Sulla base di quest'idea, abbiamo testato
molecole già approvate per l'uso nell'uomo per scoprire quali tra
questi farmaci fossero anche attivi nel bloccare o inattivare
l'azione di YAP/TAZ nelle cellule tumorali della
mammella». Più efficaci, tra un centinaio di agenti
terapeutici testati, si sono rivelate le statine,
i ben noti farmaci utilizzati contro
l'ipercolesterolemia. Da qui i ricercatori sono andati a
fondo investigando i dettagli biologici e gli aspetti molecolari di
quest'azione.
Da un punto di vista clinico questa scoperta ha una grande
rilevanza. «Anche se esistono già alcune evidenze circa un
possibile ruolo antitumorale delle statine, abbiamo ora, per la
prima volta, una solida base biologica per
aspettarci che le statine - o altri farmaci in grado di colpire la
via metabolica che porta alla sintesi del colesterolo - possano
contrastare efficacemente i tumori mammari,
in particolare quelli più aggressivi. Su queste
basi potremo disegnare in modo accurato una sperimentazione
clinica che permetta di verificarlo».
Questa scoperta è uno dei traguardi ottenuti dal team coordinato
da Del Sal su cui ha puntato AIRC, l'Associazione
Italiana per la Ricerca sul Cancro, nel 2010 con il suo
programma speciale di finanziamento di oncologia
clinica molecolare messo in campo grazie alle
donazioni del 5X1000 degli italiani.
Lo studio in breve
Chi sono YAP/TAZ
Si tratta di molecole molto simili tra loro, capaci di guidare la
trascrizione di altri geni e per questo di guidare comportamento
delle cellule. YAP e TAZ servono per far crescere gli organi
durante lo sviluppo embrionale e, nell'adulto, alla rigenerazione e
al normale rinnovo dei tessuti. Nei tumori YAP e TAZ fuggono ai
rigidi controlli ai quali solitamente vengono sottoposti,
riprogrammano le cellule rendendole più maligne e capaci di formare
metastasi.
Chi è p53 mutata
p53 è una proteina che normalmente svolge una funzione cruciale:
salvaguardare l'integrità del patrimonio genetico cellulare,
impedendo che il genoma accumuli mutazioni, ovvero alterazioni
pericolose che possono indurre la cellula alla trasformazione
maligna. Spesso nei tumori p53 viene persa e molto frequentemente
si ritrova in forma mutata. Da guardiano buono, p53 mutata si
trasforma in pericoloso acceleratore della trasformazione e
progressione tumorale.
La scoperta
Nei tumori alla mammella YAP e TAZ sono regolati dal metabolismo
del colesterolo, a sua volta regolato da p53 mutata.
Cosa fanno le statine
Bloccando la via metabolica (detta via del mevalonato) attraverso
cui si arriva alla sintesi di colesterolo, ma anche di una serie di
prodotti intermedi, non si producono più quelle molecole che
servono a YAP/TAZ per rimanere accesi. YAP/TAZ così vengono
inattivati e degradati, il tumore perde alcuni dei suoi più potenti
determinanti, si indebolisce ed è più facile estirparlo.
Dettagli editoriali
Advanced on-line publication: 23 marzo 2014, Nature Cell
Biology
Titolo originale dell'articolo: "Metabolic control of YAP/TAZ
by the mevalonate pathway".
Autori: Giovanni Sorrentino, Naomi Ruggeri, Valeria
Specchia, Michelangelo Cordenonsi, MiguelMano, Sirio Dupont, Andrea
Manfrin, Eleonora Ingallina, Roberta Sommaggio, Silvano Piazza,
Antonio Rosato, Stefano Piccolo, Giannino Del Sal