26.03.2014 -
Gli esseri umani sono organismi multicellulari complessi,
composti da almeno 400 tipi diversi di cellule. È questa diversità
a permetterci di vedere, pensare, udire, muoverci, combattere le
infezioni. Questa diversità, nella sua straordinaria bellezza, si
realizza, però, leggendo il medesimo genoma, decodificando lo
stesso patrimonio di geni. In che modo? Cellule diverse utilizzano
parti differenti di esso. Vari studi l'hanno messo in evidenza, ma
a tracciare per la prima volta la mappa completa dell'attività dei
geni all'interno del corpo umano è lo studio FANTOM5, i cui primi
risultati sono pubblicati oggi online dall'autorevole rivista
scientifica Nature (e altri lavori frutto della ricerca
seguiranno a breve).
La mappa è il risultato di anni d'indagini e dello sforzo
concertato di oltre 250 scienziati tra biologi cellulari e
bioinformatici, che lavorano in diverse parti del mondo nell'ambito
del progetto internazionale FANTOM5. Tra questi anche il team
dell'Unità di Bioinformatica dell'LNCIB coordinato da Silvano
Piazza e quello dell'Unità di Genomica Funzionale guidato da
Claudio Schneider, direttore scientifico di LNCIB e professore
ordinario di Biologia Cellulare presso il Dipartimento di Scienze
Mediche e Biologiche dell'Università di Udine.
I ricercatori italiani dell'LNCIB, attivo nell'AREA Science Park
di Trieste, hanno contribuito allo studio fornendo sia
campioni biologi che conoscenze specifiche relative a particolari
cellule, le mesenchimali staminali isolate da vari tessuti, e
parte dei 180 tipi di cellule umane primarie analizzate.
Inoltre hanno messo a disposizione le proprie competenze
bioinformatiche e strumenti di calcolo sviluppati ad hoc
per analizzare la vasta mole di dati prodotti attraverso gli
esperimenti biologici.
«A differenza di altri progetti di ricerca su larga scala
riguardanti il genoma che hanno usato come modello alcune linee
cellulari tumorali, il progetto FANTOM5 ha voluto concentrarsi
sullo studio dei geni e della loro espressione in un'ampia varietà
di cellule primarie "sane", per ottenere un'immagine il più fedele
possibile di ciò che accade normalmente all'interno dei diversi
tessuti dell'organismo» spiega Schneider. Per fotografare il genoma
in azione il team FANTOM5 si è avvalso di una metodica
sensibilissima chiamata CAGE (acronimo che sta per Cap Analysis
of Gene Expression), capace non solo di rivelare l'attività di
ogni singolo gene, anche se minima, ma anche di identificare il
punto della sua sequenza di DNA da cui comincia a essere letto e
trascritto in RNA, la molecola che per esempio serve da guida per
la sintesi delle proteine. Uno stesso gene, infatti, può avere
incipit più o meno differenti.
«Così è stato possibile, per la prima volta e in maniera
sistematica, non solo stabilire quali geni vengono utilizzati in
modo specifico dai tanti tipi cellulari presenti nel corpo umano,
ma anche tracciare la mappa di quelle regioni, dette promotori, che
determinano da che punto del genoma i geni devono essere letti nei
diversi contesti cellulari» afferma Piazza. Nel genoma umano gli
scienziati hanno contato 180000 promotori differenti. «Si tratta
della prima panoramica completa sui sistemi che regolano il modo in
cui i geni vengono letti dalla varietà delle nostre cellule, al
fine di svolgere le diverse funzioni che servono all'organismo»
concludono i due ricercatori italiani.
I risultati dello studio aiuteranno a identificare i geni
coinvolti nella patogenesi delle malattie umane e a sviluppare
nuove frontiere della medicina, come la medicina personalizzata e
quella rigenerativa.
Lo scienziato giapponese Yoshihide Hayashizaki, che ha diretto
il progetto FANTOM sin dalle sue prime mosse, ha commentato così il
traguardo raggiunto: «Lo studio e il mappaggio sistematico di tutte
le molecole che compongono un organismo permettono di realizzare
una scoperta sorprendente dietro l'altra. La vita rimane, comunque,
in larga parte un mistero ancora indecifrato. Noi continueremo a
studiare e ricercare i meccanismi molecolari che sono alla base
della diversità cellulare, per comprendere meglio le scienze della
vita e migliorare la nostra capacità di controllare le
malattie».
FANTOM
Cos'è scritto nel genoma? FANTOM (acronimo che
sta per Functional Annotation of the Mammalian Genome) è
un consorzio internazionale di ricerca fondato nel 2000 dallo
scienziato Yoshihide Hayashizaki dell'istituto di ricerca
giapponese RIKEN, per rispondere a questa domanda e in particolare
per studiare come funziona il trascrittoma, il prodotto cioè della
lettura del genoma, l'intero corredo di molecole di RNA che, come
copie carbone, vengono trascritte dal DNA genomico e servono a
svolgere diverse funzioni nella cellula, dalla sintesi delle
proteine alla regolazione dello stesso genoma da cui derivano.
Assieme a Yoshihide Hayashizaki, un importante artefice del FANTOM
è lo scienziato triestino Piero Carninci, dal 1995 in forze al
RIKEN dove ha sviluppato il progetto, precedentemente iniziato al
LNCIB dall'idea originaria di Claudio Schneider, che ha costituito
la base per lo sviluppo di tutti i dati genomici ottenuti dal
FANTOM, ovvero la produzione di collezioni di molecole trascritte a
lunghezza completa. Piero Carninci ha attualmente preso il
testimone di Yoshihide Hayashizaki nella direzione del RIKEN Center
for Life Science Technologies. L'impresa FANTOM, invece, è arrivata
oggi alla sua fase 5, coinvolgendo centinaia di scienziati in una
ventina di paesi del mondo.