
02.03.2015 -
Importante scoperta nei laboratori dell'ICGEB di Trieste, Centro
mondiale di eccellenza per la ricerca nel campo delle scienze della
vita: un team di ricercatori fotografano la struttura del nucleo
dei linfociti e scoprono le tane dove HIV si nasconde per diventare
invisibile.
La ricerca condotta da un'equipe internazionale guidata dal Prof. Mauro
Giacca è stata pubblicata lun, 2 marzo 2015 su "Nature", la
principale rivista scientifica internazionale.
Che il problema dell'AIDS sia dovuto alla proprietà del virus di
inserire il proprio DNA in quello delle cellule che infetta e
diventare così parte del loro patrimonio genetico era cosa nota da
tempo. Ma perché il virus scelga soltanto alcuni dei 20mila
geni umani per integrarsi e, soprattutto, come
riesca all'interno di questi geni a nascondersi ai farmaci
è rimasto finora un enigma.
Dall'inizio degli anni '80, quando l'epidemia di AIDS cominciò a
dilagare, quasi 80 milioni di persone sono state infettate
dal virus secondo le stime dell'Organizzazione Mondiale della
Sanità , ma nemmeno una di queste risulta essere stata capace
di guarire definitivamente. La nuova scoperta ora mostra
come sia proprio l'architettura del nucleo dei linfociti e le zone
che il virus sceglie per localizzarsi a favorire il suo
mascheramento e a impedire quindi ai farmaci oggi
disponibili di sconfiggere definitivamente la malattia.
Dr. Marina Lusic, ora Capo Gruppo a "Heidelberg
University Hospital", e Bruna Marini, PhD conseguito
recentemente presso la SNS, Pisa,
che hanno avuto un ruolo fondamentale nella ricerca eseguita nel laboratorio
di Medicina Molecolare dell'ICGEB, sviluppando una tecnica di
microscopia ad alta risoluzione per vedere il virus integrato,
spiegano come il problema piu' importante dell'infezione da HIV sia
quello di andare incontro a un vero e proprio processo di
spegnimento dei propri geni, in seguito del quale ne' i farmaci
funzionano piu' ne' il sistema immunitario dei pazienti e' in grado
di riconoscere le cellule infettate. "Il virus letteralmente
sparisce dal radar" spiega Lusic, "rimanendo completamente latente
all'interno del DNA delle cellule che ha invaso".
Il nuovo studio ora spiega i meccanismi con cui questa latenza
avviene: integrato nella periferia del nucleo, proprio vicino alle
porte di ingresso attraverso cui si e' fatto strada, il DNA di HIV
viene progressivamente spento da parte di una serie di fattori che
sono presenti in questa regione del nucleo. Si tratta quindi di uno
studio particolarmente rilevante, soprattutto perche' costituisce
un importante passo verso lo sviluppo di nuovi farmaci che
possano portare ad una cura definitiva dell'infezione. La
ricerca è stata condotta dai ricercatori dell'ICGEB in
collaborazione con il Dipartimento di Scienze
Mediche dell'Università di
Trieste, l'Università di Modena
e Reggio Emilia e il Genethon di Parigi.