30.11.2010 -
Grazie al 5 per mille, al via cinque nuovi progetti a
completamento del Programma di Oncologia Clinica Molecolare. Un
Programma imponente e unico in Italia, che coinvolge 48
istituzioni, 105 unità operative e 910 ricercatori Per il Friuli
Venezia Giulia partecipa il Laboratorio Nazionale Consorzio
Interuniversitario Biotecnologie - LNCIB di Trieste con il gruppo
di ricerca guidato dal prof. Giannino Del Sal Il 5 per mille è uno
strumento rivoluzionario che permette ai cittadini italiani di
scegliere in maniera diretta le proprie priorità di finanziamento
nei confronti del terzo settore.
Una migliore cura del cancro è l'obiettivo maggioritario che i
contribuenti hanno indicato, nell'ambito della ricerca scientifica,
con la loro firma su centinaia di migliaia di dichiarazioni dei
redditi. A questa scelta è seguito uno slancio senza pari nel mondo
della ricerca oncologica, chiamato insieme ad AIRC all'immensa
responsabilità di rispondere in tempi brevi al compito che gli è
stato affidato.
Per rispondere alle attese delle oltre 1.200.000 persone che con
la loro scelta chiedono ad AIRC cure più efficaci contro i tumori,
l'Associazione ha ideato, a fine 2009, un grande programma
scientifico con obiettivi clinici di cruciale interesse, da
raggiungere entro cinque anni dall'inizio degli studi.
I revisori, esclusivamente stranieri, che hanno valutato i
progetti hanno stabilito che dieci meritavano di essere finanziati:
cinque hanno potuto partire già dal mese di aprile - perché vi era
la copertura finanziaria - mentre gli altri cinque sarebbero stati
avviati non appena si fossero resi disponibili i fondi già
annunciati dai Ministeri competenti, sulla base della scelta dei
cittadini italiani. Oggi quei fondi sono arrivati, permettendo ad
AIRC di completare il finanziamento dei programmi selezionati
nell'ambito del primo bando, targato 5 per mille 2010.
I responsabili di questi straordinari programmi di ricerca sono
la migliore testimonianza di ciò che il 5 per mille ha permesso e
permetterà di costruire. Si è così sviluppato in pochi mesi un
Programma che in Italia non ha precedenti: coinvolge quasi 1000
medici e ricercatori e 48 istituzioni su tutto il territorio
nazionale e prevede un investimento complessivo di 120 milioni di
euro.
Ne deriveranno non soltanto risultati clinici che potranno fare
la differenza per i pazienti, ma anche una nuova generazione di
oncologi clinici molecolari: medici che sapranno offrire ai malati
di tumore le cure più avanzate grazie alla partecipazione diretta
alla migliore ricerca di laboratorio. Ciascuno dei cinque nuovi
progetti porta una chiave innovativa diversa.
Il progetto di Giannino Del Sal del CIB di Trieste si concentra
sui carcinomi alla mammella e in particolare su un tipo di tumore
al seno, detto "triplo negativo", tra i più aggressivi e
metastatizzanti e quindi associato a recidive. Il team di
ricercatori coordinati da Del Sal si impegnerà a tradurre in
termini applicativi i progressi che recentemente ha prodotto nel
comprendere la biologia di questi tumori. La squadra che Del Sal
mette in campo copre l'intera filiera dalla ricerca di base alla
sperimentazione clinica, coinvolgendo biologi, bioinformatici,
farmacologi, oncologi medici e patologi, per trasformare le
conoscenze acquisite in applicazioni utili a curare il cancro. Il
progetto di Del Sal coinvolge 10 unità operative e 88
ricercatori.
Per Ruggero De Maria dell'Istituto Superiore di Sanità (Roma),
la possibilità di sfruttare l'e sperienza sulle cellule staminali
dei tumori del polmone e del colon per riprodurre in laboratorio i
tumori dei pazienti permetterà di valutare le potenzialità
terapeutiche dei nuovi farmaci e di identificare in anticipo i
pazienti che beneficeranno di ciascuna terapia. Con le 10 unità di
ricerca - 125 persone - De Maria ha cercato di raccogliere le
expertise più sinergiche per il progetto tenendo anche in
considerazione l'aspetto geografico, in modo che fosse più facile
interagire e formare un centro oncologico virtuale, con database
comuni e un laboratorio centralizzato per le analisi molecolari più
sofisticate.
Le 11 unità di ricerca (83 persone) che fanno capo al progetto
di Pier Paolo Di Fiore dell'Istituto Europeo di Oncologia di Milano
sfruttano un metodo già acquisito che permette di isolare le
cellule staminali del tumore della mammella, quindi ora è possibile
avviare un programma di studi che utilizzi le cellule staminali
nella diagnosi e terapia dei tumori. Le unità coinvolte hanno
competenze di oncologia molecolare di base, oncologia clinica e
chirurgica, epidemiologia, anatomia patologica, genomica,
progettazione di studi clinici e farmacologia.
Alberto Mantovani della Fondazione Humanitas per la Ricerca di
Rozzano (Milano) si propone di utilizzare la comprensione dei
meccanismi molecolari e cellulari del sistema immunitario contro il
cancro per mettere a punto metodi diagnostici e terapie migliori
per i tumori. In particolare di quelli ematologici, leucemie e
linfomi: storicamente, i maggiori progressi nella lotta al cancro
sono stati ottenuti prima in queste malattie, che costituiscono una
sorta di 'apri-pista' per i tumori solidi. Questa scelta parte
dalla convinzione che leucemie e linfomi siano un ottimo punto di
partenza per la messa a punto di nuovi metodi diagnostici e
terapeutici, estendibili successivamente anche agli altri tipi di
tumori. Al progetto collaborano 7 unità operative, con 83
ricercatori.
Il progetto di Pierfrancesco Tassone dell'U niversità Magna
Graecia (Catanzaro) coinvolge 7 unità di ricerca con 78 persone e
ha un obiettivo molto ambizioso: sviluppare terapie innovative per
due importanti neoplasie ematologiche, il mieloma multiplo e la
leucemia linfatica cronica, attraverso l'interferenza con uno dei
meccanismi più importanti di regolazione della proliferazione e
della sopravvivenza cellulare, i microRNA. Il progetto si avvale
delle più avanzate strategie nanotecnologiche per la veicolazione
dei farmaci molecolari sviluppati dal gruppo. L'obiettivo finale è
il trasferimento dei prodotti della ricerca in studi clinici in
pazienti affetti da queste importanti malattie
oncoematologiche.
"Il treno che abbiamo fatto partire - commenta il presidente di
AIRC Piero Sierra - è un treno che corre ad alta velocità. In
questo caso la velocità è commisurata alla qualità della ricerca e
del metodo che è stato richiesto: l'interdisciplinarietà, un
requisito che dovrà generare, entro la durata del progetto, nuove
conoscenze molecolari in oncologia e dovrà trasferirle alla
clinica, nelle aree della diagnosi, della prognosi, della terapia e
anche della prevenzione dei tumori".
Continuando sulla metafora del treno, Sierra sottolinea che la
distanza da percorrere è lunga e quindi occorrono altri "treni" che
possano raggiungere obiettivi più lontani sfruttando la velocità
della ricerca. Nelle intenzioni di AIRC vi è quella di far partire,
nel gennaio del 2011, un altro bando, tanto più che è possibile
contare su di un meraviglioso capitale umano.
C'è grande urgenza di accorciare il divario esistente tra la
nostra attuale possibilità di curare - che negli ultimi 30 anni si
è quasi raddoppiata - e l'incidenza dei nuovi casi di cancro che,
anche per effetto della tempestività dei nuovi metodi diagnostici,
risulta essere in crescita. Oggi i nostri ricercatori hanno
dimostrato concretamente quanto vale l'apporto del 5 per mille, ma
sappiamo che solo pochi giorni fa questo programma è stato
drasticamente ridimensionato in Parlamento.
Il presidente Sierra conclude sottolineando che AIRC e la
comunità della ricerca sul cancro si augurano che il 5 per mille
sia immediatamente riconfermato nella stessa entità degli anni
passati.