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Studio finanziato da Telethon e dalla Fondazione italiana fibrosi cistica coordinato da Franco Pagani dell'ICGEB 

Fibrosi cistica, Sma ed emofilia: pallottole molecolari in arrivo


02.03.2012 -

Pallottole molecolari per ovviare alle "sviste" dei macchinari cellulari deputati alla sintesi delle proteine: a descriverle sulle pagine di Human Molecular Genetics è uno studio finanziato da Telethon e dalla Fondazione italiana fibrosi cistica coordinato da Franco Pagani del Centro internazionale di ingegneria genetica e biotecnologie (Icgeb) di Trieste.

 

In collaborazione con il gruppo guidato da Mirko Pinotti all'Università di Ferrara, il team triestino ha dimostrato le potenzialità di una strategia terapeutica a base di piccoli Rna nei confronti di tre gravi malattie genetiche: la fibrosi cistica, l'atrofia muscolare spinale (Sma) e l'emofilia.

 

«Ma l'elenco potrebbe anche allungarsi, perché il bersaglio di queste "pallottole" è un meccanismo cellulare fondamentale, lo splicing, che risulta compromesso in tantissime patologie di origine genetica» spiega Pagani. «Dobbiamo pensare ai nostri geni come a una sequenza di informazioni discontinua: solo una porzione del suo contenuto va effettivamente tradotta in proteina.

 

Quando un gene viene copiato in Rna messaggero, prima che questo faccia da stampo per la sintesi proteica alcune sue parti vengono rimosse da un macchinario cellulare specializzato: questa attività è appunto lo splicing ed è importante che avvenga con assoluta precisione».

 

Può accadere però che, a causa di un difetto genetico, la rimozione non avvenga correttamente e si abbia così la produzione di una proteina difettosa: è quanto accade in una quota significativa dei casi di fibrosi cistica, di Sma e di emofilia, le malattie genetiche su cui i ricercatori si sono inizialmente concentrati.

 

«Per ripristinare un corretto splicing dei geni che risultano difettosi in queste malattie» aggiunge Pinotti «abbiamo sfruttato dei piccoli Rna chiamati U1 snRNA  che - opportunamente manipolati da noi - sono capaci di appaiarsi in modo specifico al gene bersaglio e guidare correttamente il macchinario addetto allo splicing, evitando così che vengano rimosse porzioni che invece vanno mantenute nella proteina matura.

 

Nelle cellule il sistema ha funzionato perfettamente e ci ha consentito di ripristinare livelli sufficienti di proteina funzionante. Nel caso dell'emofilia, i livelli di correzione raggiunti, se ottenuti nei pazienti, sarebbero abbondantemente sopra la soglia terapeutica». (da comunicato Telethon)