10.04.2012 -
di Ilaria Pierdomenico
Angelo Bassi è un ricercatore nel campo della fisica quantistica
presso l'Università degli Studi di Trieste dove, al lavoro di
ricerca, affianca quello di docenza. 38 anni, Udinese di nascita e
triestino di adozione, dal 2010 Angelo Bassi è coordinatore
dell'Azione MPNS COST Action MP1006 "Fundamental Problems in
Quantum Physics" nell'ambito del programma di cooperazione europea
COST - European Cooperation in Science and Technology, lanciato nel
1971 a seguito di un accordo intergovernativo tra 5 Paesi.
Attualmente il programma coinvolge 36 Paesi e ricopre 9 campi di
ricerca scientifica: Biomedicine and Molecular Biosciences
(BMBS); Chemistry and Molecular Sciences and Technologies (CMST);
Earth System Science and Environmental Management (ESSEM); Food and
Agriculture (FA); Forests, their Products and Services (FPS);
Individuals, Societies, Cultures and Health (ISCH); Information and
Communication Technologies (ICT); Materials, Physics and
Nanosciences (MPNS); Transport and Urban Development (TUD). Sono
inoltre ammesse Azioni intersettoriali. Il programma COST non
finanzia progetti di ricerca ma sostiene la cooperazione tra
ricercatori nell'ambito di network di lavoro (Azioni).
Come ti sei avvicinato al programma di cooperazione COST
e con quali obiettivi/prospettive personali?
La nostra avventura è cominciata nel 2007 a Monaco: assieme il
mio collega e amico Detlef Dürr, professore alla Ludwig-Maximilians
University, abbiamo iniziato a discutere l'idea di un network
europeo sulla meccanica quantistica e i suoi problemi fondazionali.
Ci era chiaro sin da subito che questa sarebbe stata una sfida non
banale, perché la nostra comunità è sempre stata molto frammentata,
per ragioni storiche: la ricerca sui fondamenti è condotta da
singoli scienziati (Einstein, Schrödinger, Bell, fino ad arrivare a
Ghirardi a Trieste), non da grosse collaborazioni internazionali.
Tuttavia, oggi anche la ricerca scientifica sta andando incontro a
importanti mutamenti e si sta "globalizzando".
Le grosse collaborazioni stanno diventando lo strumento
principale per intercettare i finanziamenti nazionali e
internazionali, e per portare avanti la ricerca. Per questa
ragione, abbiamo deciso che fosse giunto il momento che anche la
nostra comunità scientifica si organizzasse in un network
internazionale. COST era lo strumento più adatto per portare avanti
questa iniziativa, poiché la finalità di COST è di organizzare e
coordinare le comunità scientifiche attraverso incontri periodici e
lo scambio di ricercatori.
Nel 2008 abbiamo contattato i nostri colleghi, per capire il
loro interesse nel partecipare ad un progetto COST. Nel 2009
abbiamo preparato la domanda, e dopo un lungo processo di selezione
abbiamo ricevuto la notizia della vittoria nel dicembre 2010. La
soddisfazione è stata grande, anche perché ci è stato comunicato
che eravamo primi nella classifica. Oggi la nostra Azione COST vede
la partecipazione di 47 scienziati provenienti da 20 paesi europei,
e dall'india. E nel futuro il nostro network crescerà ancora.
In base alla tua esperienza, hai incontrato criticità
nel conciliare il lavoro di ricerca e insegnamento con quello di
coordinatore di un'Azione COST?
Conciliare ricerca, insegnamento e coordinamento di un network
europeo non è per nulla facile. Il primo problema è la mancanza di
tempo, il secondo problema è che queste tre attività sono molto
diverse tra di loro, e quindi richiedono una enorme flessibilità
mentale. Insegnare significa non solo conoscere la materia oggetto
dell'insegnamento, ma anche porsi il problema di come trasmetterla
agli studenti. Fare ricerca significa essere creativi, pazienti e -
per un fisico teorico - fare molti conti. Coordinare significa
essere organizzati e saper mediare tra le diverse sensibilità delle
persone.
Dal punto di vista della carriera, ritieni che questa
esperienza possa offrirti nuove opportunità lavorative e di
crescita professionale nel tuo settore?
Certamente sì. In primo luogo, questa esperienza mi ha permesso
di conoscere molti scienziati che prima conoscevo solo di nome e di
fama. Questo è importantissimo, per la circolazione delle idee, e
per lo sviluppo della ricerca, e per affermare il mio gruppo a
livello internazionale. Inoltre ho la possibilità di imparare a
coordinare un network di ricerca di grosse dimensioni, acquisendo
competenze manageriali che altrimenti non avrei avuto. Caroline
Whelan, science officer del Dominio MPNS di COST, lo scorso
dicembre mi disse: "Al termine di questa esperienza, portai
ottenere in Master in Business Administration ad honorem". C'è poi
da tener presente che coordinare una Azione COST significa imparare
a conoscere i meccanismi dei finanziamenti europei della ricerca,
fattore importantissimo per ottenere ulteriori finanziamenti nel
futuro. Infine, grazie a COST ho la possibilità di viaggiare
attraverso quasi tutti i paesi europei. Nel 2011 sono stato in
Spagna, Estonia, Finlandia; nel 2012 andrò a Malta, poi in Irlanda;
nel 2013 in Germania, Israele e chissà dove altro ancora.
Quali sono le competenze richieste per coordinare
un'Azione COST e quali consigli daresti ad un ricercatore che
vorrebbe partecipazione ad un'Azione COST?
Per prima cosa, bisogna essere molto organizzati. Questa è una
caratteristica essenziale, altrimenti si rischia di perdere il
controllo della situazione. Bisogna avere chiare le regole e i
compiti da svolgere, che alla fine poi non sono molti. Bisogna
assumere un ruolo "politico", sapere cioè trovare la sintesi tra le
diverse sensibilità (un network comprende scienziati da paesi con
diverse storie e culture). Questo è uno degli aspetti più
affascinanti dell'essere coordinatore di una Azione COST. Il
consiglio per un ricercatore che vuole provare a coordinare un
network è: essere ambiziosi, coraggiosi, disciplinati, e
soprattutto avere la consapevolezza che sarà una bella
esperienza.