26.06.2012 -
Un'impronta invisibile e a prova di contraffazione per
proteggere le opere dei Civici Musei del Comune di Udine. Per
tutelare il suo patrimonio artistico l'amministrazione comunale del
capoluogo friulano si affida a "Invisible", un'innovativa
tecnologia antifalsificazione messa a punto da Elettra -
Sincrotrone Trieste. L'accordo con l'ente di ricerca, presentato
oggi 26 giugno nella Casa della Contadinanza a Udine, nel corso di
una conferenza stampa, consentirà di impiegare un sistema sicuro e
all'avanguardia nella catalogazione e nella tutela delle collezioni
dei musei udinesi.
Questa nuova tecnica consiste in particolare nella marcatura
delle diverse opere con un marchio "invisibile" a occhio nudo e in
grado di non intaccarne in nessun modo la superficie. Il segno di
riconoscimento diventa leggibile solo se illuminato da un fascio di
luce caratterizzato dalla corretta lunghezza d'onda. Le scritte
possono essere applicate direttamente o indirettamente
sull'oggetto. In questo secondo caso il marchio viene apposto su un
supporto da applicare successivamente all'opera. Un metodo non
invasivo, completamente invisibile e quindi rintracciabile
esclusivamente su richiesta, perché solo chi l'ha tracciato conosce
la posizione precisa del marchio. Tutte queste caratteristiche
fanno di "Invisible" un efficace sistema anticontraffazione, anche
perché permette di identificare, senza margini di incertezza, le
opere da eventuali copie false.
"Udine è stata le sede storica della facoltà di Conservazione
dei beni culturali - sottolinea il sindaco di Udine Furio Honsell -
e anche per questo siamo molto lieti di poter utilizzare questa
nuova importante sperimentazione del Sincrotrone. Un esempio di
come si possano coniugare le più moderne tecnologie con la
valorizzazione e la fruizione delle opere d'arte".
L'accordo con il Comune di Udine riguarda oltre cento opere di
Ascanio di Brazzà: 89 disegni, 12 stampe, 3 quadri olio su tela e
una scultura. Di questo elenco farà parte anche uno dei grandi
capolavori del Tiepolo: si tratta dell'acquaforte "Due maghi e un
bambino", inventariata presso il gabinetto Disegni e Stampe dei
Civici Musei in castello. "L'obiettivo è quello di tutelare con
questa nuova tecnologia le più importanti opere dei Civici Musei -
spiega l'assessore alla Cultura Luigi Reitani -. È una grande
opportunità per garantire l'unicità anche di reperti di piccole
dimensioni, come le monete ad esempio".
La tecnica, messa a punto con Area Science Park, deriva da un
fenomeno già molto conosciuto negli anni '50: "la creazione di
centri di colore in cristalli alogenuro-alcalini utilizzando
radiazioni ionizzanti". L'ingrediente fondamentale utilizzato dai
ricercatori di Sincrotrone Trieste per la produzione dei marchi è
il fluoruro di litio, che una volta attivato dalla radiazione di
sincrotrone diventa un pigmento invisibile da trasformare in un
marchio o in un codice. Una scritta che non danneggia in alcun modo
la superficie sottostante e che può essere rimossa senza problemi,
ma solo da chi l'ha precedentemente posizionata.
"L'incontro di oggi - commenta Alfonso Franciosi, amministratore
delegato di Sincrotrone Trieste - non ci dà solo l'opportunità di
stupirci di fronte al prodotto della ricerca, ma ancora di più
permette di constatare come spesso i risultati migliori nascano
dalla multidisciplinarietà e dall'unione di competenze diverse e di
mondi che troppo a lungo si sono considerati distanti".
Dopo aver brevettato l'invenzione, Sincrotrone Trieste ha
formalizzato una convenzione con la direzione regionale per i beni
culturali e paesaggistici, stabilendo anche un protocollo di
lavoro.
Sono numerose le tipologie di opere sulle quali questa tecnica è
già stata sperimentata con successo: monete, monili, quadri e anche
documenti storici. La tecnologia "Invisible", oggetto di più
brevetti fra il 2007 e il 2009, è stata impiegata ad esempio nella
marcatura di monete di epoca romana e di altri reperti provenienti
da diversi musei del Friuli Venezia Giulia, come quelli di Cividale
e di Aquileia.