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Il sogno realizzato dal trevigiano Fulvio Marotto, grazie alle innovazioni da lui stesso inventate che migliorano la guida anche ai normodotati. Ora l'avvio di un’impresa con il sostegno di Innovation Factory 

La prima patente per la moto a un pluriamputato


13.09.2012 -

Ottenere la patente A e poter guidare in sicurezza una moto, pur avendo le mani e le gambe amputate. È ciò che è riuscito a Fulvio Marotto, quarantacinquenne trevigiano con la passione per le due ruote, la prima persona con gravi disabilità agli arti che sia riuscita a superare l'esame di guida e a convincere i funzionari della Motorizzazione civile che sì, lui è davvero in condizione di andare in sella a una motocicletta senza rischi specifici né per se stesso né per gli altri.

 

 

Questo traguardo, di grande importanza per molte altre persone con gravi disabilità motorie, è stato possibile grazie all'ingegno dello stesso Marotto, meccanico di professione, che ha ideato e brevettato una serie di soluzioni riguardanti il sistema di guida e di frenaggio di cui, tra l'altro, potranno giovarsi anche i motociclisti normodotati.

 

 

Le soluzioni, progettate e realizzate per ora artigianalmente sulla sua moto, partono da un nuovo sistema di sincronizzazione delle marce, in grado di gestire anche la regolazione della pressione sulla frizione, che comporta un cambio più rapido di marcia (potenzialmente utile in gara anche ai piloti professionisti) e consente anche di non togliere potenza al motore nella fase di cambio, rendendo la guida più fluida e sicura (oltreché più veloce per chi dovesse cimentarsi in pista).

 

 

Questo rende la moto più facile da governare e più sicura nella tenuta di strada. Inoltre, un nuovo sistema di frenata della ruota posteriore riequilibra il rapporto tra curve a destra e curve a sinistra. Le innovazioni vengono completate da adattatori per le mani, che consentono un ancoraggio sicuro e modulare. All'interno dell'ancoraggio vi è un sistema di controllo per diversi comandi quali acceleratore, freni, frecce, fanali, clacson ecc..

 

 

Con questo sistema un arto amputato può gestire facilmente fino a nove comandi, suddivisi tra meccanici, elettrici  ed elettromeccanici, sfruttando più efficacemente gli automatismi di guida rispetto alla modalità tradizionale. Su Youtube un video illustra il funzionamento dei dispositivi (http://www.youtube.com/watch?v=TZumOs-Z7fY), ma per chi volesse vedere da vicino la moto modificata, potrà farlo domani  venerdì 14 settembre a Palazzo Franchetti a Venezia, nell'ambito di Arscientia.

 

 

Marotto, grazie all'esperienza di meccanico, carrozziere e tecnico dei materiali, unita a doti di  creatività, ha saputo reagire a una grave e improvvisa menomazione multipla, causata nove anni fa da una broncopolmonite trascurata, inventando e sperimentando in prima persona soluzioni tecniche innovative che potranno migliorare la vita di molti.

 

 

Lo step successivo a cui si sta ora dedicando è industrializzare i risultati delle sue creazioni, avviando un'impresa, grazie al sostegno di Innovation Factory, l'incubatore di startup di AREA Science Park. Oltre a quelli per la moto, sono diversi i prototipi già realizzati, in particolare per attrezzature sportive: per ciclismo, windsurf, canoa, sci, pattinaggio, golf e tennis. Da anni, infatti, Marotto non si limita a guidare una moto, ma pattina, scia, va in canoa, in bicicletta, in auto, in motoslitta, con protesi degli arti inferiori da lui stesso realizzate, anch'esse brevettate.

 

 

"Si apre un nuovo capitolo nella vita dei disabili - è la considerazione di Marotto.  Quando nove anni fa ho cominciato a pensare di ritornare in moto, la questione non era nemmeno concepibile, guidare senza gambe e senza mani era fuori discussione. La mia difficoltà più grande  comunque  è stata battere la burocrazia: la mia moto era pronta dopo tre anni di lavoro, gli altri sono stati necessari a convincere  gli organismi preposti della bontà e sicurezza delle soluzioni". Tanti gli esami e le prove che Fulvio ha dovuto sostenere per ottenere la patente. In principio una Commissione di Ingegneri della Motorizzazione ha svolto una perizia sugli adattamenti e le soluzioni meccaniche.

 

 

Successivamente gli è stata concessa udienza presso la Commissione Ministeriale dei Trasporti, dove è stato sottoposto a un esame teorico e tecnico durato cinque ore, a seguito del quale ha ricevuto il nullaosta per la patente speciale. Il più grande problema da superare era rappresentato dalla mancanza di una legislazione che permettesse a una persona pluriamputata, sia agli arti inferiori che superiori, di guidare la motocicletta. Infine, proprio qualche giorno fa, la visita medica e il via libera.

 

 

"Un contributo indispensabile alla realizzazione del progetto - ci tiene a sottolineare Marotto - è venuto dalla Fretor di Pieve d' Alpago, nella persona di Yuri De Col, e da Innovation Factory, che mi accompagnerà nello sviluppo industriale delle mie ricerche. Determinante, infine, è stato il contributo di Patrizia Ghedin, la prima a credere nelle mie idee e nel progetto. Ora - conclude Fulvio, uomo tenace e volitivo dal sorriso e dall'energia contagiosi - vedo realizzarsi ciò che già avevo progettato nel mio letto d'ospedale: fare tutte le cose che facevo prima della malattia".

 

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