19.12.2013 -
Se ne sente tanto parlare. Rinnovano i tessuti durante la vita
dell'organismo, li riparano se danneggiati, li rigenerano e
potrebbero curare diverse malattie. Sono le cellule staminali,
quelle dei tessuti sani. Le cellule staminali nei tumori
invece sono un temibile avversario. Anzi,
da diversi anni ormai, sono state riconosciute come il
nemico numero uno. Danno inizio al cancro e sono
responsabili del suo eventuale ritorno, anche a distanza di anni,
anche quando sembra di aver estirpato completamente il male.
Le cellule staminali tumorali, infatti, sopravvivono ai
trattamenti e danno origine alle metastasi. Più è alto il
loro contenuto in un tumore e più questo è aggressivo.
Arrivare a colpire le staminali è come arrivare al cuore
del tumore.
Molti sforzi negli ultimi anni sono stati realizzati per cercare
di comprenderne la natura e di individuare i fattori chiave che ne
determinano il comportamento, per tentare poi di neutralizzarle
attraverso di essi. Uno di questi fattori l'ha scoperto ora il team
di scienziati coordinato da Giannino Del Sal,
professore ordinario di biologia applicata dell'Università
di Trieste e capo dell'unità di oncologia molecolare del
Laboratorio Nazionale CIB di Area Science
Park a Trieste. Si tratta di una proteina,
Pin1, da cui dipende il funzionamento e il
destino di moltissime altre proteine
cruciali per la sopravvivenza e la moltiplicazione
cellulare, per la salvaguardia del patrimonio genetico e molto
altro ancora. L'autorevole rivista scientifica EMBO Molecular
Medicine ha pubblicato online i dettagli dello studio nel
numero di dicembre
(http://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1002/emmm.201302909/abstract)
Del Sal, che dal 2012 è anche direttore del Dipartimento di
Scienze della Vita dell'Università di Trieste, spiega: «Studiando
la ghiandola mammaria normale abbiamo capito che
Pin1 è una proteina fondamentale per il
tessuto sano, per la sopravvivenza e il rinnovamento della
speciale nicchia delle cellule staminali. Da questa osservazione al
tumore, il passo è stato poi breve. Sapevamo, infatti, che Pin1 si
ritrova spesso espresso a livelli abnormi in diversi tumori, in
particolare nei più aggressivi. Ci siamo chiesti quindi se,
stravolto il suo normale funzionamento, lo stesso fattore
che controlla le cellule staminali del tessuto sano
potesse avere un ruolo anche nella biologia delle cellule
staminali tumorali».
È così che i ricercatori sono arrivati a indagare queste cellule
e a scoprire come il loro rinnovamento dipenda fortemente dalle
funzioni svolte da Pin1 in questo contesto aberrante. La scoperta
dai risvolti ancora più significativi, dal punto di vista
clinico, gli scienziati l'hanno fatta però quando hanno
provato a somministrare farmaci chemioterapici a cellule tumorali
private di Pin1. Se normalmente le cellule staminali tumorali sono
in grado di resistere al trattamento e di espandersi poi
ulteriormente, in assenza di Pin1 perdono questa capacità e
muoiono. Togliere Pin1 al tumore sembra, quindi,
che equivalga a togliere lo scudo alle sue
staminali che, rese così vulnerabili, potrebbero diventare
un più facile bersaglio delle terapie. Gli studi
che hanno condotto a questi risultati fanno parte del programma di
ricerche coordinato da Del Sal e finanziato
dall'AIRC, l'Associazione italiana per la ricerca
sul cancro, nell'ambito della campagna di finanziamenti
Oncologia Molecolare Clinica 5X1000.
Dettagli editoriali
Advanced on-line publication: 16 dicembre 2013, EMBO
Molecular Medicine
Titolo originale dell'articolo: "Prolyl-isomerase Pin1 controls
normal and cancer stem cells of the breast".
Autori: Alessandra Rustighi, Alessandro Zannini, Luca Tiberi,
Roberta Sommaggio, Silvano Piazza, Giovanni Sorrentino, Simona
Nuzzo, Antonella Tuscano, Vincenzo Eterno, Federica Benvenuti,
Libero Santarpia, Iannis Aifantis, Antonio Rosato, Silvio Bicciato,
Alberto Zambelli, Giannino Del Sal