Area Science Park
Ricerca avanzata
Presente con i suoi kit innovativi in 40 Paesi, l’azienda sviluppa sistemi di analisi per la sicurezza della filiera alimentare 

Tecna festeggia vent’anni nella diagnostica per alimenti e mangimi


29.11.2014 -

Nel 1994 la definizione di startup non era in voga come oggi ma avrebbe calzato perfettamente a Tecna srl, che all'epoca muoveva i primi passi nell'AREA Science Park di Trieste. Nata da un piccolo gruppo di chimici e biologi già forti di alcuni anni di esperienza industriale nel campo dell'immunodiagnostica, l'avventura imprenditoriale inizia con lo sviluppo di metodi per la rilevazione di residui di farmaci negli alimenti. Dal 2000 l'azienda allarga la propria attività verso la rilevazione delle micotossine, indirizzandosi successivamente allo sviluppo di kit per allergeni. In questi anni Tecna si è affermata a livello italiano e internazionale nel mercato dei kit diagnostici per l'analisi dei contaminanti chimici negli alimenti e nei mangimi. Oggi conta 25 addetti, un ricavo dalle vendite 2013 di 2,3 milioni di euro, con una crescita del 14% sul 2012. E' presente con i suoi prodotti in 40 Paesi e le esportazioni hanno rappresentato l'anno scorso il 35% del ricavo.

 

Una filiera alimentare sicura

 

Grazie ai progressi della ricerca scientifica sono oggi note e ben caratterizzate molte fonti di inquinamento degli alimenti, in parte di origine naturale, in parte dovute ai processi industriali o all'impiego di farmaci o fitofarmaci negli allevamenti e nelle coltivazioni, nonché a fenomeni di inquinamento dovuti all'impiego di sostanze che mascherano le adulterazioni. Rilevarli con kit rapidi, economici e affidabili è di primaria importanza per garantire la salubrità di ingredienti, alimenti e mangimi.

 

La tecnologia alla base dei prodotti Tecna è quella immunochimica, ma i vent'anni di attività aziendale hanno visto una sostanziale evoluzione e diversificazione tecnologica e di formato.  Tecna ha sviluppato principalmente kit in micropiastra (ELISA), destinati a strutture con laboratori equipaggiati e con un certo livello di know how. Nel corso degli anni ha spinto sul rilascio di nuove versioni di kit ELISA via via più rapidi, di più semplice esecuzione e di formato più conveniente, offrendo uno strumento di screening utilizzabile direttamente dalle aziende produttrici o da piccoli laboratori.

 

Un esempio di questa evoluzione è B ZERO AFLA M1, un kit ELISA rivoluzionario per l'analisi dell'aflatossina M1 nel latte, messo a punto dai ricercatori Tecna nell'estate 2014. Si tratta del primo kit in micropiastra che consente l'analisi diretta del latte, senza alcuna necessità di preparazione dei campioni, rappresentando un importante vantaggio in termini di tempo e costo di materiali per gli analisti, nonché un abbattimento delle fonti di errore dovute alla manipolazione dei campioni. Rispetto agli altri kit sul mercato, B ZERO AFLA M1 dimezza i tempi dell'analisi e consente di ottenere risultati quantitativi in soli 30 minuti. Il consistente risparmio di tempo si combina con un significativo risparmio economico, grazie a un formato che prevede la calibrazione. L'elevatissima qualità dei reagenti utilizzati rende il test in grado di fornire dati quantitativi  senza il ricorso a soluzioni standard.



Nuove sfide tecnologiche


Oltre ai saggi in micropiastra, Tecna ha affrontato negli ultimi anni una nuova sfida tecnologica, iniziando a impiegare la cosiddetta "dry chemistry" per costruire test "autosviluppanti" simili ai comuni test di gravidanza. Questi test, definiti "lateral flow" o più semplicemente "strip", sono destinati a utilizzatori non professionali e sono caratterizzati dall'estrema rapidità di risposta: pochi minuti per condurre un controllo in accettazione di merci e decidere, quindi, se procedere con lo scarico o il respingimento della partita. Di grande interesse per l'analisi delle micotossine, questa tecnologia di saggio non richiede sostanzialmente nessun equipaggiamento particolare né alcuna formazione in campo analitico.

 

La sfida per Tecna è stata consistente: il trasferimento del know how acquisito e consolidato per l'ELISA al nuovo formato del lateral flow è stato un percorso che ha impegnato i ricercatori per diversi anni. Tecna è riuscita a lanciare nel maggio scorso Smart Strip DON, una strp   per la rilevazione del deossinivalenolo nei cereali, un risultato propiziato anche grazie al contributo di fondi comunitari erogati dalla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia nell'ambito del Programma POR-FESR. Con Smart Strip DON sono sufficienti dieci minuti per dosare questa micotossina, peraltro risultata molto diffusa nel raccolto di mais italiano del 2014. La linea Smart Strip va arricchendosi di nuovi prodotti da poco entrati o prossimi all'ingresso sul mercato internazionale, come Smart Strip AFLA B1, rilasciata a fine ottobre, che consente di rilevare la pericolosa aflatossina B1 nel mais, sempre in soli dieci minuti.

 

Uno sguardo al futuro

 

Nell'anno in cui festeggia il ventennale, Tecna guarda all'orizzonte che la attenderà nei prossimi vent'anni. "Il mercato richiede sempre maggiore differenziazione di prodotti - spiega Maurizio Paleologo, Direttore e Presidente di Tecna -. Le aziende come Tecna devono saper raccogliere la sfida e strutturare risposte nuove per raggiungere esigenze diverse. Per il futuro posso immaginare un sensibile aumento di interesse per i metodi rapidi su strip, strumenti che forse hanno la possibilità di raggiungere anche i paesi più poveri del mondo, dove la lotta alla contaminazione da micotossine non può essere condotta con analisi costose, sofisticate, complicate e lente. Sul piano tecnologico la prossima sfida sarà invece riuscire a compattare più analisi in uno stesso sistema diagnostico di screening. In altre parole, si dovranno sviluppare piattaforme rivoluzionarie che consentano di acquisire, per uno stesso campione di cereale, latte o carne che sia, un numero maggiore di informazioni circa le potenziali contaminazioni chimiche. Una piattaforma multianalitica permetterebbe la valorizzazione del campione raccolto, una riduzione del tempo totale dell'analisi e l'accessibilità a maggiori informazioni sulla reale pericolosità di ciò che mangiamo".

 

 

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