
20.04.2015 -
Colpire il glioblastoma inibendo l'azione delle
sue cellule staminali. È una delle possibili
stategie terapeutiche con le quali la medicina potrebbe combattere
in futuro uno dei tumori più comuni e maligni del sistema nervoso
centrale. L'indicazione viene dai risultati del
progetto GLIOMA, che ha visto
ricercatori italiani e sloveni lavorare
all'identificazione e alla convalida di nuovi
biomarcatori di cellule del glioblastoma e delle sue
staminali, utilizzando la biologia sistematica, che unisce
l'approccio molecolare con la bioinformatica. Sono stati numerosi i
nuovi biomarcatori scoperti, alcuni dei quali potrebbero essere
utili nel trattamento mirato e nel monitoraggio delle risposte
terapeutiche. In particolare, grazie alla tecnologia dei
nano anticorpi, sono stati identificati marcatori
altamente specifici delle cellule staminali del glioblastoma.
Uno degli ostacoli principali incontrati dalla terapia di questo
tipo di tumore deriva dalla sua alta eterogeneità cellulare. I
ricercatori hanno dimostrato che nel microambiente dei tumori
cerebrali di diverso grado sono presenti cellule staminali
non-tumorigene, che aumentano l'aggressività delle cellule del
glioma e che potrebbero rappresentare un nuovo bersaglio per i
farmaci. Inoltre, i marcatori superficiali di queste cellule sono
molto caratteristici nella previsione del decorso della malattia,
il che consente un approccio clinico individualizzato. I
potenziali nuovi fattori prognostici e i bersagli
per i farmaci sono in fase di accertamento in una
grande ricerca clinica europea.
Il progetto GLIOMA è stato finanziato dal Programma per la
Cooperazione Transfrontaliera Italia-Slovenia 2007-2013. A
cordinarlo è stata la prof.ssa Tamara Lah Turnšek
dell'Istituto Nazionale di Biologia (NIB) di
Lubiana, lead partner del progetto. Questi gli
altri partner: Elettra Sincrotrone Trieste,
Azienda Ospedaliero-Universitaria di Udine,
Azienda ULSS 14 di Chioggia e Università
di Lubiana (con il Centro Clinico Universitario).